La rigenerazione urbana di Milano

Per immaginare come sarà e ricordare com’era, percorriamo dolcemente, cioè a piedi, questa nostra metropoli in piena metamorfosi, pulsante di rigenerazione urbana, attraente, come una donna che rifiorisce… La osserviamo girandole intorno, seguendo la cerchia dei bastioni, dei viali, dei navigli, dei binari, delle tangenziali, percorsi e funzioni diversissime, ma con la stessa anima, lo stesso segno, l’anello, il ring, perché Milano è una città a pianta radiale, tracciata per circolare, avvolgere, coinvolgere, una musica che gira intorno, un’indole concentrica ed eccentrica, radicata come un tronco secolare, effimera come un sasso nell’acqua…

milano - rigenerazione urbana

E adesso questo nuovo anello, questa green-belt urbana, che riconnette tra loro aree agricole, industriali e scali ferroviari, e le riconverte a nuove funzioni, creando un’identità urbana comune. Un “passante verde” che unisce Cascina Merlata, Certosa, Bovisa, Farini, Porta Nuova, Centrale, la nuova Lambrate, e poi prosegue nella zona sud, la foresta sospesa di Porta Romana, l’agro-scalo di Porta Genova… Essere coinvolti in questo processo, a qualsiasi livello, ti spinge a fare meglio. Nei giorni scorsi abbiamo incontrato il board di Euromilano, società che non solo progetta e realizza interventi di riqualificazione urbana, ma ne prende parte, come un generale sul campo, dall’head-quarter Base B, alla Bovisa.

L’idea di questa escursione nasce parlando con Di Cunto, ad Euromilano, che ci fa “vedere” lo sviluppo ad anello del processo di rigenerazione, a partire dalla cerchia delle aree dismesse, dai vincoli, dalle possibilità, poi arrivano le idee, i progetti, i master-plan, gli urbanisti, le start up, ma è solo camminando nella città che senti, capisci e vedi cosa sarà. Partiamo proprio da Base B, dalla Bovisa, un progetto innescato ad arte, letteralmente, affidando 2400 mq di pareti di edifici industriali a un artista, Raymondo Sesma, autore di un iper-affresco che ha acceso lo spazio, un intervento di architettura cromatica, dice Sesma, spiegando che il colore può restituire un senso di appartenenza ad una città o ad un quartiere. Illustrare, istoriare muri, capannoni abbandonati, ha questo primo obiettivo,
costruire memoria, identità, perché noi siamo quello che abbiamo vissuto.

La rigenerazione urbana parte da qui, dal comprendere il vissuto, la città industriale. Attorno ai muri-murales di Sesma ha preso vita il progetto Base B, aver partecipato a questa iniziativa di riqualificazione ci ha permesso di entrare nello spirito, nella visione, nel flusso del processo in corso, ci piace fare, costruire, ma anche sapere, capire cosa stiamo facendo, comprendere le trasformazioni culturali, sociali che investono il nostro lavoro, perciò siamo diventati esploratori, praticanti di psico-geografia urbana, e ci muoviamo tra i tracciati della vecchia Milano e quelli della città di domani, in cerca di riferimenti, di punti fermi e di sutura tra degrado e rigenerazione…

E quasi per caso arriviamo al quartiere Gallaratese, una città, 80.000 abitanti, tra i più grandi costruiti ex novo in Italia in quegli anni Sessanta-Settanta. Qui, scopriamo, riscopriamo un gioiello d’architettura della Milano moderna, molto noto all’estero, amato da registi e film-maker, quasi ignorato dai milanesi, parliamo del complesso residenziale Monte Amiata, il “dinosauro rosso”, firmato da Carlo Aymonino e Aldo Rossi più di 50 anni fa e ancora oggi attuale e perfettamente funzionale, abitato da 2000 persone, come da progetto.

Cinque blocchi, due piazze, più livelli, una foresta di passaggi, tunnel, terrazze, ma soprattutto il trionfo della diversità, il caos organizzato, colorato, organico, che vive di contrasto interno, con la dorsale bianca disegnata da Aldo Rossi che regge le masse muscolari eclettiche, biomorfiche, create da Aymonino. Nel “dinosauro rosso” convivono lo slancio di Sant’Elia e il segno di Le Corbusier, e vedere questo incontro di razionale e radicale, simbiosi di less and more, ti fa capire che questo approccio, questo modo di accogliere la complessità e la differenza di linguaggi e culture si rivela, nel tempo, funzionale, capace di rispondere alla metamorfosi continua dell’abitare contemporaneo.

  • schizzo dinosauro rosso - aldo rossi - rigenerazione urbana
  • aldo rossi - dinosauro rosso -rigenerazione urbana

Rientrati in studio, troviamo, apriamo un libro, “L’architettura della città”, Aldo Rossi, prima edizione, 1966: “L’architettura è la scena fissa delle vicende dell’uomo; carica di sentimenti di generazioni, di eventi pubblici, di tragedie private, di fatti nuovi e antichi. L’elemento collettivo e quello privato, società e individuo si contrappongono e si confondono nella città; che è fatta di tanti piccoli esseri che cercano una loro sistemazione e insieme a questa, tutt’uno con questa, un loro piccolo ambiente più confacente all’ambiente generale”.
Rigenerazione è anche questo, riscoprire il pensiero, ritrovare le parole.

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