Città latente

Giacomo Albo è l’architetto-fotografo che da alcuni anni con i suoi scatti racconta i nostri cantieri, il nostro lavoro. Ha iniziato con noi nel 2016, realizzando le immagini dell’head-quarter Taramelli di Terno d’Isola. Quelle immagini della nostra “casa” sono la nostra home-page. Rivelano con semplicità come l’elemento architettonico determinante degli spazi interni sia un fattore immateriale: la luce.

In questi giorni Giacomo Albo espone a Bergamo, nella ex chiesa della Maddalena, una mostra-reportage dal titolo “Bergamo – paesaggio latente”.

Le immagini, realizzate nei giorni più duri del lock-down, raccontano un paesaggio urbano deserto, fermo, senza vita.

Questa mostra ha un grande merito, un significato che supera il fatto tecnico e artistico. La luce è perfetta, le prospettive corrette, le ombre nitide. La città è ritratta in quanto pura architettura. Qual è l’effetto? Bergamo è una bella città?

Si, no, forse. I viali sono dritti, le piazze sono squadrate, le rotonde sono rotonde. Ma queste strade senza auto, questi marciapiedi e queste piazze senza persone, questa latenza, questa carenza e mancanza del paesaggio umano, ci dice qualcosa di molto importante, che architetti e urbanisti non devono mai dimenticare: la città, senza l’uomo, è morta, non ha senso, diventa una scenografia, un’arte astratta, un’astrazione irreale, atemporale, che non comunica nulla. Non è la luce il fattore determinante in architettura. Ma ciò che rende mossa ogni immagine: l’uomo, la vita, l’istante irripetibile, effimero, di un gesto. Ci viene in mente uno scatto che dice tutto questo: un ambiente, una scala, una figura umana che abita lo spazio e lo rende vivo.

Grazie Giacomo per questa… illuminazione.

Le21-266
Blog Sociale e territorio