Quattro Passi nella Design Week - 2022

A volte la musica che senti in auto mentre cerchi parcheggio resta con te tutta la giornata. Ieri per noi quattro passi nella Design Week – Brera, Solferino, San Marco, Porta Nuova – con in testa e nel cuore l’album, il pop anni Ottanta dei Toto, l’album Toto Four, come a dire che tutto viene dai quattro elementi, aria, acqua, terra, fuoco.

Cominciamo da Agape, dai lavabi Urquiola, fatti di fuoco e terra, la riscoperta dell’antica, nostra, cultura vasai! Poi per caso ci ritroviamo nel mondo Memphis, tutta la poetica zoiosa di Sottsass and friends, tavoli, librerie, sedute, complementi, una collezione incredibile, realizzata in quei primi anni Ottanta, come nuova, come la prima volta, come un viaggio nel tempo, come sentire i Toto e avere di nuovo vent’anni.

In San Marco per l’allestimento più bello, il castello di piante e di luci creato da Via Bizzuno, già nostro partner e fornitore per gli edifici che abbiamo realizzato negli anni scorsi in Cina.

Siamo alle chiuse di Leonardo, un angolo della vecchia Milano, sembra di essere a Parigi ma in un attimo, sottopassati i bastioni, siamo a New York, alle piazze d’acqua e d’aria di Porta Nuova, un salto di 500 anni in 5 minuti, da Leonardo a Aulenti-Aalto. E per la prima volta viviamo via Gioia con gioia, con il suo nomen-omen diretto, senza tanto Melchiorre. Occhi al cielo, osserviamo la  torre Aria, e pensiamo all’acqua, perché qui abbiamo utilizzato l’innovativo sistema bagno in blocco unico d’acciaio ideato da CEA.

Scendiamo in Corso Como, dove stiamo lavorando alla sede di una grande fattoria digitale, e ci ritroviamo in Corso Garibaldi, davanti al portone e all’edificio adiacente la storica Bottiglieria Moscatelli – come non ricordare certe serate, certi personaggi –  e ci prende il “magone del magut”, perché proprio qui, 30 anni fa, abbiamo fatto il nostro primo lavoro di ristrutturazione a Milano.

Entriamo nel cortile, c’è una performance, un’esibizione del lavoro vero, di trattamento murale, di spatola, colore, materia, superficie, gesto. Osserviamo il ragazzo che esegue improvvisazioni, decorando tavole di cartongesso, i movimenti delle mani, e vediamo, sentiamo Roxanne, il colpo di polso del batterista, la mano del chitarrista che disegna la melodia, il colore della voce, la carezza del bassista che amalgama i quattro gesti. Si, il lavoro è musica.

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