BOTTEGA VENETA: MENSA AZIENDALE

“Non si può pensare all’architettura senza pensare alla gente”. É proprio la frase del famoso architetto Richard Rogers ad aver ispirato la realizzazione della mensa per i dipendenti diBottega Veneta, maison d’alta moda, che ci ha visti impegnati come general contractor.
“Un progetto lungimirante – ha spiegato Marco Bottarelli, architetto dello studio GDG Design che ha curato progettazione e interior – che parte dalla volontà del committente di rifare completamente la mensa aziendale per trasformarla in qualcosa che avesse un percepito molto più alto. Tempi stretti, cura di ogni singolo dettaglio: la sfida è stata vinta. Tutto parla di materiali veri e crudi, di artigianalità e maestria. La poetica dello spazio, che nasce dalle affascinanti atmosfere industriali degli anni 50, vede l’impiego di semplici elementi in legno di rovere tinto che rendono raffinato l’ambiente. La morbidezza e la semplicità delle panche, poi, sono una chiara citazione ad Alvar Aalto mentre il tavolo centrale “Last Supper” è una dichiarazione d’amore a Pier Luigi Nervi e al suo operato. L’esecutore si è mosso magistralmente con ingegnosità tra le aspettative, il rigore del progetto e la velocità”.

Dietro la maestria degli architetti di GDG Design nella suddivisione degli spazi e il gusto con cui hanno scelto ogni minima finitura e dettagli, c’è stato un cantiere ricco di insidie e difficoltà. Il lavoro, che normalmente avrebbe avuto un crono-programma di 5 mesi, è stato consegnato in 90 giorni grazie allo studio minuzioso del progetto e ad una maniacale programmazione e coordinamento delle attività.

Chiaramente, senza la disponibilità di tutte le maestranze che hanno partecipato al progetto (un centinaio di persone hanno solcato i circa 300 mq d’intervento, lavorando di sabato e domenica ma anche di notte), nulla di quello che ho raccontato avrebbe potuto realizzarsi.
Sicuramente la sfida più dura è stata mantenere un livello di qualità e sicurezza altissima, in un cantiere che quotidianamente cambiava conformazione in base alle attività in essere.

“La sensazione che più rimarrà impressa nella mente – afferma il nostro project manager Mattia Meccuni – è la serenità con cui il gruppo di lavoro ha saputo affrontare tutte le avversità che un cantiere di tale importanza può riservare in momenti di pressione inaudita. Perché infondo, riducendo “all’osso”, il nostro lavoro è risolvere problemi. E ad oggi, guardandoci indietro e ripensando a ciò che è stato fatto, possiamo dire con certezza che in un progetto del genere con tempistiche così limitate, senza l’adeguata esperienza e la giusta dose di placidità sarebbe stato impossibile portare a termine le lavorazioni”.

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