Bergamo città di pietra - Elogio della mescolanza

Il profilo di Bergamo Alta, se lo si osserva con occhio esperto, è una specie di manifesto della varietà, un elogio della mescolanza, un melting pot millenario: fianco a fianco coesistono elementi diversissimi, torri medievali e cupole rinascimentali, campanili con la guglia barocca a cipolla e campanoni d’epoca comunale, profili di edifici in stile romanico, gotico, neoclassico… Un vero mix di generi e di epoche, sembra un catalogo storico dell’architettura degli ultimi mille anni. Il suo fascino è questo, la sua bellezza è a volte discordante, come certi suoni dissonanti della musica contemporanea, ma consona allo spirito moderno, che contempla la diversità e la coesistenza della molteplicità degli stili e dei materiali.

Questo elogio della mescolanza rappresentato dallo skyline di Bergamo è la miglior copertina possibile per raccontare anche l’ambiente da sempre caratterizzato dalla mescolanza: il cantiere, luogo di incontro di persone, materiali e tecniche di lavoro. In cantiere trovi l’archi-star e il manovale, l’ingegnere tedesco che prende appunti dalle cose che dice l’anziano capomastro bergamasco, il gessista maghrebino, con una sensibilità affinata da generazioni insieme al muratore rumeno, l’apprendista minorenne e l’artigiano senza età…

La mescolanza è la miglior ricetta sociale e culturale: crea coesione nuova, aggregazione spontanea, garantisce forza e bellezza. Osservate la muratura nuda, non coperta da intonaco, della Chiesa di Santo Spirito: pietre, mattoni, sassi, epoche e interventi diversi, che convivono in modo perfetto. Un muro così non è stato progettato, e nemmeno lo sky-line della città è il risultato di una pianificazione. Ci sono progetti che solo il tempo è in grado di realizzare.

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